Vivere Sostenibile
di La giornalista Debora Rosciani - 13/11/2017

Siete single

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Il nostro è un paese che, dal punto di vista delle politiche sociali, non si prende cura in maniera adeguata delle famiglie numerose. C’è però una categoria che lamenta ancora meno attenzioni: quella dei single, composta per lo più da donne e giovani. Secondo il Censis è la “forma familiare” più diffusa e quella che cresce di più: oggi sono sette milionigli uomini e le donne che vivono da soli e gestiscono un bilancio individuale. 
Il più delle volte si tratta di un bilancio oneroso. A gravare su un unico individuo sono le bollette, le spese condominiali, così come il mutuo. Non esiste né una formula vantaggiosa per i single né per le famiglie numerose: le condizioni sul mercato sono uguali per tutti. 
Qualche cifra può aiutare a capire che forza economica siano i single: secondo Coldiretti, i single spendono per gli acquisti alimentari il 71% in più in rispetto alla media delle famiglie. La spesa media per alimentari e bevande di chi vive da solo è stimata in 320 euro al mese: superiore del 71% rispetto ai 187 euro al mese destinati alla tavola da ogni singolo componente di una famiglia tipo italiana (formata da in media da 2,5 persone). A incidere sulla spesa mensile dei single sono, nell’ordine: carne (75 euro), ortofrutta (60 euro), pane, pasta e derivati dai cereali (50 euro), latte, yogurt e formaggi (45 euro), bevande (31 euro), pesce (26 euro), zucchero, caffè (22 euro) e per ultimo oli e grassi (12 euro). 
I motivi della maggiore incidenza della spesa risiedono nella necessità, per chi vive da solo, di acquistare inevitabilmente maggiori quantità di cibo, visto che i formati adeguati sono rarissimi. Ben venga, quindi, la scelta commerciale di prendersi cura di questo esercito di persone immettendo sul mercato confezioni anche piccole di diversi alimenti.

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