Cos'è il mattino senza un buon caffè? E che dire di un buon tè pomeridiano? E dello sgranocchiare, la sera, un quadratino di cioccolato fondente? Caffè, tè e cioccolato sono oggi piaceri quotidiani per tanti di noi, ma non hanno in comune solo questo (e un discreto contenuto di caffeina): sono prodotti con radici lontane, la cui produzione nei luoghi originari vale la pena preservare. Il mercato equo e solidale protegge la sapienza accumulata in centinaia di anni di coltivazione e lavorazione dalle popolazioni di quei paesi, nella stragrande maggioranza in via di sviluppo.
Scopriamo insieme dove e quando queste tre prelibatezze hanno avuto origine e cosa significa preservarle.
Il caffè
Le origini della coltivazione del caffè sono relativamente oscure, ma è possibile tracciarle a ritroso con relativa certezza fino al X secolo, in Etiopia. Da quella zona dell'Africa il caffè si diffuse nella Penisola Arabica e, poi, in tutto il Medioriente, per arrivare in Europa solo nel XVII secolo.
In poco tempo questa bevanda acquisi alle nostre latitudini sempre maggiore popolarità , sostituendosi a vino e birra come bevanda da colazione, con ovvi vantaggi per la produttività !
Favorire la coltivazione del caffè in Africa e Medioriente non solo significa aiutare l'economia delle popolazioni locali, ma contribuisce all'educazione al rispetto per l'ambiente e alla propagazione di pratiche agricole sostenibili volte al miglioramento della qualità del prodotto.
Il tè
La prima menzione storica del tè risale addirittura al III secolo a.C., in un testo medico cinese. Il tè infatti, in origine, era considerato una bevanda medicinale e come tale è stato consumato fin dal XVI secolo a.C.
Marco Polo fa menzione del tè nei suoi resoconti di viaggio, segno evidente che lo conosceva, ma la bevanda fu introdotta in Europa solo fra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento, durante il periodo delle grandi esplorazioni geografiche. È invece nel corso del Settecento che divenne la bevanda più apprezzata in Gran Bretagna, grazie alle copiose importazioni della Compagnia inglese delle Indie orientali.
La coltivazione del tè è un lavoro arduo che si svolge in alcune delle zone più disagiate del pianeta.
Le foglie del tè devono essere lavorate entro 7 ore dalla raccolta, il che significa che i piccoli agricoltori situati in zone remote privi di macchinari per la lavorazione sono svantaggiati nella contrattazione dei prezzi. La coltivazione equo solidale garantisce ai piccoli agricoltori e lavoratori un miglioramento della propria condizione di vita, permettendo loro di trattenere una maggior percentuale dei profitti da poter investire in sistemi di produzione e trasporto collettivi.
Il cioccolato
Se il caffè ha origini africane e il tè deve i suoi natali all'Estremo Oriente, le radici del cioccolato sono invece da ricercarsi nel “Nuovo Mondo”: si ritiene che i primi ad apprezzare le fave di cacao furono i Maya dell'America Centrale, nel X secolo a.C. Furono i conquistadores spagnoli i primi europei ad assaggiare la bevanda amara che i Maya ottenevano da cacao e peperoncini macinati, tra il XV e il XVII secolo. Nel medesimo periodo Il cacao si diffuse in Europa (prima come bevanda calda, poi con l'aggiunta di zucchero), ma fu possibile produrre cioccolata simile a quella che consumiamo tuttora solo con l'invenzione, all'inizio dell'Ottocento, del cosiddetto “metodo olandese” a pressione, che permette di estrarre il burro dalla polvere di cacao.
Ancora oggi il cacao viene coltivato in zone remote del Sud America, Africa e India, dove l'accesso a infrastrutture, scuole e cure mediche è limitato. La coltivazione equo solidale del cacao migliora la vita delle piccole comunità rurali. Introducendo pratiche agricole e di lavorazione volte al miglioramento della qualità del prodotto nel rispetto dell'ambiente i produttori hanno la possibilità di inserirsi più facilmente nel mercato e richiedere un prezzo migliore per i loro sforzi.
Grazie al sostegno della produzione equo-solidale abbiamo la possibilità di assaporare prodotti più gustosi, intensi e naturali, resi più dolci dalla consapevolezza di aiutare una comunità rurale a svilupparsi e crescere.