Un antipasto che sa di primavera, di amore, di Campania ma anche un po' di Lazio. Questa millefoglie di alici, mozzarella e puntarelle ha un sapore irresistibile che solo queste materie prime uniche riescono a dare ai piatti. La mozzarella di bufala con la sua naturale sapidità si sposa benissimo con il sapore intenso delle alici, capaci di arricchire ogni piatto di aromi unici e di sottolineare sapori come poche materie prime al mondo. A donarci la consistenza croccante e il retrogusto amarognolo ci pensano le puntarelle, ingrediente tipico della cucina romana ma anche laziale, che sanciscono senza possibilità di fraintendimenti l'arrivo della bella stagione. Per assemblare questo piatto ci vogliono pochi minuti, giusto il tempo di lasciar riposare le puntarelle nell'acqua ghiacciata. E se non siete ancora esperti di puntarelle vediamo insieme cosa sono e come si preparano.
Le puntarelle: cosa sono e come si preparano
Se siete di Roma e dintorni solo a sentire la parola "puntarelle" vi sembrerà di avere in bocca proprio quel sapore. Ma potrebbero esserci persone fuori zona che non sanno di cosa stiamo parlando. Facciamo un bel ripasso per tutti. Le puntarelle sono i tenerissimi germogli della cicoria catalogna. Quando le trovate al mercato e al supermercato compratele subito senza esitare, ci preparerete un sacco di piatti gustosi, inclusa la nostra millefoglie. Prepararle è molto semplice, serve solo un po' di pazienza. Tagliatele sempre a listarelle e mettetele a bagno in una ciotola di acqua e ghiaccio per circa 20-30 minuti. In questo modo si arricceranno e perderanno anche un po' del loro retrogusto amarognolo lasciandoci la parte più piacevole. Di solito le puntarelle si mangiano crude condite con olio, sale, aglio e alici. Oppure si ripassano velocemente nella padella calda per un paio di minuti.
Non chiamatela mozzarella
Le grandi protagoniste della nostra ricetta non sono però solo le puntarelle ma anche sua maestà la mozzarella di bufala. Non chiamatela sola mozzarella, mi raccomando. Le origini della Mozzarella di Bufala sono legate all’introduzione dei bufali in Italia, probabilmente avvenuta in Sicilia in epoca Normanna. Nel XII secolo le prime testimonianze che i monaci del monastero di San Lorenzo in Capua offrivano ai pellegrini un formaggio, chiamato “mozza”, assieme a del pane. A partire dal XV secolo risalgono le prime “bufalare”, dove si lavorava il latte per fare il formaggio. Il termine “mozzarella” proviene dal verbo “mozzare”, e rappresenta proprio una fase della sua realizzazione caratteristica. E infatti il classico gesto compiuto per produrla. L’operazione, praticata ancora oggi in tutti i caseifici, consiste nel forgiare con le mani il pezzo di cagliata filata, “mozzando” appunto, con indici e pollici, le singole mozzarelle. È così che si ottiene la tipica forma tondeggiante.