Diamo per scontato spesso quello che mettiamo nei nostri piatti, anche i più curati, ma alcuni di essi sono in grado di portare gusti, sapori, scelte, tradizioni sulle nostre tavole che permangono da secoli e durante il cammino si sono evoluti, adattati ad altre culture, non certo depauperandosi per questo, al contrario: valorizzandosi grazie a nuove note e sfumature.
È il caso del cous cous, che abbiamo scelto di impreziosire in una ricetta semplice, adatta anche a essere proposta come soluzione “del giorno dopo”, ma ricca di gusto, speziata e impreziosita di un pizzico di agrodolce grazie alla presenza dell’uvetta e alla dolcezza naturale della cipolla rossa proveniente da agricoltura biologica.
Il cous cous ha una storia millenaria: originario del Nord Africa, si pensa risalga al VII° secolo d.C., anche se si narra che già il re Salomone trovasse consolazione dalle pene amorose che gli infliggeva la regina di Saba proprio in questo piatto.
Si tratta di un alimento povero, ottenuto dalla semola di grano duro macinata, aspersa d’acqua e lavorata per ricavarne i granelli caratteristici, che vanno successivamente cotti a vapore, accompagnati dalla salsa Harissa, a base di olio, aglio e peperoncino, e tradizionalmente consumati con carne di agnello o montone.
Nel nostro paese è giunto intorno al 600, e la ricetta che risulta da questo vero e proprio incontro di culture non è molto diversa dall’originale, ma acquisisce in pieno le caratteristiche tipiche della nostra Sicilia: viene infatti preparato con brodo di pesce, a vapore e nella tipica “couscoussiera”, composta di due parti in terracotta; in quello inferiore viene versato il brodo, mentre in quello superiore la semola, e il tutto viene tenuto insieme da un panno di lino bagnato, annodato intorno ai due recipienti. Ogni anno, a San Vito Lo Capo in provincia di Trapani, questo incontro di culture viene celebrato durante il Cous Cous Fest, in nome della diversità culturale, della pace e della convivenza tra i popoli.
Nella nostra versione abbiamo pensato di “integrarlo” nella verdura ripiena, un altro inconfondibile punto di forza della nostra cucina.
Provalo in famiglia o con gli amici, abbracciando in pieno la sua natura conviviale!