Colorato, fresco e sempre personalizzabile, il poke è uno dei piatti simbolo della cucina contemporanea. Nato nelle isole Hawaii, negli ultimi anni ha conquistato anche il resto del mondo per il suo perfetto equilibrio tra tradizione, gusto e benessere.
Origini del poke: un piatto nato dal mare
Il termine poke significa “tagliare a pezzi” in lingua hawaiana e fa riferimento al modo in cui veniva preparato originariamente: pesce fresco crudo (soprattutto il tonno) tagliato a cubetti e condito con sale marino, alghe e noci tritate. Era il pasto quotidiano dei pescatori nativi delle Hawaii, semplice, nutriente e legato al mare.
Con il passare del tempo, il piatto si è arricchito di nuovi sapori grazie all’influenza di altre culture presenti sull’arcipelago, in particolare quella giapponese e asiatica. Sono così arrivati la salsa di soia, l’olio di sesamo, cipollotti, peperoncino e altri condimenti che oggi consideriamo tipici del poke moderno.
Poke nel mondo: da trend locale a fenomeno globale
Negli ultimi anni il poke ha lasciato le spiagge hawaiane per approdare nei menu di mezzo mondo. Dalla West Coast americana all’Europa, è diventato un’icona della cucina salutare e internazionale.
Oggi le poke bowl sono presenti in ristoranti, locali e anche nei supermercati. Il loro successo è legato alla possibilità di comporre il piatto liberamente, scegliendo ingredienti freschi e nutrienti, in linea con le tendenze dell’alimentazione moderna.
Ingredienti del poke: freschezza, colore e varietà
Il bello del poke è che si può personalizzare in base ai propri gusti:
- Base: riso bianco o integrale, quinoa, insalata o altri cereali.
- Proteine: il protagonista resta il pesce crudo, solitamente tonno o salmone, ma si possono usare anche gamberi, tofu o pollo.
- Verdure e frutta: cetrioli, carote, alghe, avocado e semi croccanti.
- Salse: salsa di soia, ponzu, maionese piccante o salsa teriyaki.