I tramezzini, termine coniato da Gabriele d’Annunzio per sostituire l’inglese sandwich, in un periodo storico di forte nazionalismo in cui si preferiva non utilizzare termini di lingue diverse, non sono solo un facile cibo da asporto o da picnic, possono diventare un gustoso appetizer per aprire i nostri pasti o da offrire durante un buffet se guarniti nel modo giusto. In questa versione suggeriamo un gustoso abbinamento: ricotta, aggiustata con pepe e sale come crema di base, crudo di Parma e pomodorini secchi. La spezia serve proprio a mitigare il dolce di questo formaggio e a creare un sapore delicato che si sposerà a pieno con quello del prosciutto e quello contrastante tra aspro e piccante dei pomodorini secchi.
Questi che sono pomodori salati essiccati al sole cui si aggiunge poi olio d’oliva ed altre spezie derivano dalla Sicilia dove questo ortaggio è particolarmente presente, specie nell’area della città di Pachino. Era quindi necessario trovare un modo di conservazione che non alterasse gusto e proprietà. Infatti con questo procedimento i pomodori mantengono tutte le sostanze, specie il licopene, importante antiossidante.
Ma il vero protagonista in questa ricetta è il prosciutto di Parma, il cui nome dal latino prae exuctus significa prosciugato. Infatti già i Romani conoscevano l’arte su tale conservazione. Tra il XIII e XIV secolo a Parma si forma la corporazione dei venditori di carne suina, e nel 1459 coloro che lavoravano questo tipo di carne. Ma solo nel XVI secolo iniziò la produzione dell’insaccato così come lo conosciamo oggi, tanto che nello stesso periodo fu vietata la libera circolazione dei maiali in città a testimonianza di quanti fossero. Una curiosità storica è che Papa Alessandro VII decise di offrirlo alla regina Cristina di Svezia durante la visita a Palazzo Farnese.