Negli ultimi 50 anni il consumo medio di carne a persona è quasi raddoppiato: siamo passati da 23 kg circa all'anno nel 1961 a 43 kg nel 2014. Questo incremento ha fatto sì che la produzione di proteine animali sia cresciuta molto più velocemente rispetto alla popolazione mondiale. Questo rappresenta un problema dal punto di vista salutistico ma soprattutto dal punto di vista ambientale: l’impatto ambientale della carne è infatti devastante per il pianeta. Vediamo quindiperché la carne inquina e come modificare il nostro menù per ridurre il nostro impatto sull’ambiente.
L’impatto ambientale della carne
La produzione di carne danneggia l’ambiente sotto tanti punti di vista. In primis, per la produzione di gas serra. Gli allevamenti sono infatti responsabili del 15% del totale di tutte le emissioni di gas a effetto serra di origine antropica. Inoltre, il settore è responsabile della perdita di biodiversità, perché foreste e aree incontaminate cedono il passo a terreni a uso agricolo, in cui coltivare mangimi da destinare al consumo animale. La carne è viene indicata come la principale causa di deforestazione mondiale, responsabile del 41% della distruzione delle foreste tropicali. Un altro problema riguarda le risorse idriche: quasi un terzo del consumo d’acqua nelle attività umane è impiegato per l’allevamento di animali da carne.
La soluzione? Un’alimentazione vegetale e a km 0
La soluzione a questa situazione è la riduzione del consumo di carne. No, non dobbiamo diventare tutti vegani da un momento all’altra ma ridurre il consumo di carne e fare scelte più consapevoli quando facciamo la spesa. Dovremmo cercare di mangiare la carne non più di una volta a settimana e prediligere frutta, verdura, cereali e legumi.
La coltivazione di alimenti vegetali genera emissioni di gas serra di molto inferiori rispetto all’allevamento animale. Per fare un esempio, 1 chilo di carne di maiale genera la stessa quantità di CO2 prodotta da 80 chili di patate.
Meno carne si consuma, quindi, e meglio è per l’ambiente. Largo quindi a ricette vegetariane, ricette vegane, verdura e frutta stagionale e a km 0. Acquistando prodotti locali e stagionali si riduce ancora di più l’impatto ambientale: non vengono utilizzate le serre (per produrre, ad esempio, le fragole a gennaio) né impiegati mezzi di trasporto inquinanti (ad esempio, per portare un avocado dal Messico all’Italia).