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Mangiare bene, muoversi tanto, conoscere a fondo il proprio corpo e la propria mente: ecco la ricetta perfetta per vivere in salute e in armonia

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Abbassare il colesterolo con forchetta, coltello e movimento
Per combattere il colesterolo “cattivo” (LDL) è fondamentale acquisire un approccio comportamentale. Secondo gli studi scientifici più recenti, infatti, l’alleato migliore per prevenire le malattie cardiovascolari è il cambio di stile alimentare e di vita.  In altre parole, per abbassare il livello di colesterolo è importante intervenire su alimentazione e movimento, mangiando con equilibrio e abbandonando il divano! Dieta La scelta alimentare migliore per mantenere i livelli ematici di colesterolo nella normalità è una dieta ricca di verdure, cereali integrali, legumi, pesce, frutta e semi. Come fare: favorire il consumo quotidiano di alimenti ricchi di fibra e steroli vegetali, come le verdure, da utilizzare per iniziare i pasti e come contorno, a pranzo e a cena; aumentare il consumo di cereali in chicchi integrali – riso rosso, orzo, farro – e di legumi – lenticchie, fagioli, ceci, soia; aumentare il consumo di alimenti ricchi di acidi grassi polinsaturi omega 3, come salmone, sardine, acciughe, trota e tonno (raccomandati dalle due alle quattro volte a settimana) ma anche semi di lino e olio di semi di lino; per condire, prediligere l’olio extravergine di oliva, da usare a crudo.   No a divieti e proibizioni assolute, ma in generale si raccomandano moderazione e consumo saltuario di alimenti ricchi di grassi saturi e di alimenti con elevato indice glicemico, comprese le bevande zuccherate. Movimento Lo stile alimentare incide solo parzialmente sui livelli di colesterolo, quindi è di cruciale importanza riuscire ad associare alla sana alimentazione uno stile di vita attivo.  Passeggiare circa 30 minuti al giorno, a intensità moderata, è una medicina efficace, naturale e divertente, che ci aiuterà ad abbassare i livelli di colesterolo e aumentare la qualità della nostra vita!
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Colesterolo, a noi due
  Che cos'è e come prevenire il suo innalzamento Il colesterolo è una molecola presente nel sangue, in gran parte prodotta dall’organismo e in minima parte introdotta con la dieta. Si ritrova nel sangue sotto forma di “colesterolo buono” (HDL) e “colesterolo cattivo” (LDL). L’eccesso di colesterolo nel sangue (ipercolesterolemia), in particolare di colesterolo LDL, rappresenta uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.  Conosciamolo meglio per prevenirne gli effetti indesiderati.   LA FUNZIONE DEL COLESTEROLO Il colesterolo è un importante lipide di membrana cellulare che funge da modulatore della fluidità della stessa e previene la cristallizzazione degli acidi grassi inserendosi tra di loro. È precursore della vitamina D e di altre molecole importanti (ormoni steroidei, progestinici, androgeni, estrogeni, glucocorticoidi, mineralcorticoidi). Può essere di origine: esogena se assunto con gli alimenti; endogena se sintetizzato a partire da precursori intracellulari. La quantità di colesterolo sintetizzato da un individuo adulto è nell’ordine di 500-800 mg al giorno ed è strettamente legata all’assunzione esogena (se è elevata, la sintesi viene limitata).  La quantità di colesterolo assunto con la dieta incide solo per un 10-12% sulla colesterolemia (la concentrazione della sostanza nel sangue), ma è stato osservato che un regime alimentare molto ricco in trigliceridi e in acidi grassi saturi aumenta l’assorbimento del colesterolo da parte dell’organismo.   IN QUALI ALIMENTI SI TROVA? Il colesterolo è presente solo negli alimenti di origine animale. Il colesterolo negli alimenti contribuisceper il 30% circa all’innalzamento della colesterolemia; un organismo sano è in grado di regolare l’assorbimento di colesterolo, riducendolo nel caso in cui la dieta ne apporti quantità eccessive.   COME PREVENIRE L’INNALZAMENTO DEL COLESTEROLO? Tra i fattori da tenere sotto controllo per evitare l’ipercolesterolemia e altre patologie gravi vi è l’eccesso di peso corporeo, causato anche da un’alimentazione scorretta e uno stile di vita sedentario. Il mantenimento di un peso corporeo corretto, fattore importante per prevenire numerosi disturbi e patologie, va realizzato attraverso una vita fisicamente attiva e una costante attenzione a ciò che si consuma.   ALIMENTI DA EVITARE • Grassi animali: burro, lardo, strutto, panna. • Pane confezionato con burro o strutto. • Frattaglie (fegato, cervello, reni, rognone, cuore). • Insaccati a elevato tenore in grassi saturi e parti grasse delle carni. • Latte intero o condensato, yogurt intero, formaggi a elevato tenore in grassi saturi e colesterolo. • Maionese e altre salse elaborate. • Superalcolici.   INDICAZIONI SEMPRE VALIDE A prescindere dall’ipercolesterolemia, accorgimenti da seguire in ogni caso sono:  • limitare l’impiego di sale, sostituendolo con erbe aromatiche, spezie e succo di limone. Il sale aggiunto in eccesso può favorire l’insorgere dell’ipertensione arteriosa.  • consumare quantità ridotte di alcol, orientandosi su un bicchiere di vino per ogni pasto principale.  • bere molta acqua, raggiungendo almeno 1 - 1,5 litri al giorno, e aumentare la quantità nelle circostanze dove si verifica una maggiore dispersione di liquidi, come l’attività sportiva o lavori molto faticosi.   Questo articolo ha un carattere puramente informativo. Le informazioni contenute sono rivolte a persone maggiorenni e in buono stato generale di salute. Il lettore pertanto utilizzerà tali informazioni sotto la sua unica ed esclusiva responsabilità. In nessun caso il dietista potrà essere ritenuto responsabile di eventuali danni sia diretti sia indiretti o da problemi causati dall’utilizzo delle informazioni suggerite o degli schemi dietetici proposti.
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Gotta: come prevenirla a tavola e nel tempo libero
L’artrite gottosa, comunemente chiamata “gotta”, è una patologia caratterizzata da un elevato contenuto di acido urico (iperuricemia) nel sangue, che scatena attacchi infiammatori molto dolorosi a carico delle articolazioni.  Le cause L’acido urico può aumentare nel sangue a causa di: aumentata produzione o ridotta eliminazione renale; eccessivo introito di alimenti ricchi di purine (come la carne rossa, la selvaggina, il fegato). Esiste una predisposizione ereditaria per questa malattia, sulla quale agiscono fattori individuali predisponenti: gli eccessi alimentari, l’uso di alcolici, la vita sedentaria e l’obesità. Come prevenirla a tavola Una dieta equilibrata e salutare può essere utile a prevenire gli attacchi gottosi e a ridurne l’intensità.  Il regime alimentare abituale dovrà introdurre purine in quantità limitata, un moderato apporto calorico e proteico, essere leggermente ipolipidica, povera di carboidrati semplici e ricca di carboidrati complessi.  È consigliato un adeguato consumo di acqua, per facilitare l’eliminazione dell’acido urico.  Per chi è affetto da gotta, ed è sovrappeso o obeso, è fondamentale raggiungere e mantenere un peso ragionevole grazie a uno stile di vita attivo e a una dieta leggermente ipocalorica. È sconsigliato digiunare e dimagrire troppo rapidamente; ovviamente, ma è giusto ribadirlo, non bisogna seguire diete iperproteiche. In ogni caso, è indispensabile consultare il proprio medico per valutare insieme a lui la causa e le terapie più adeguate da mettere in campo
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Celiachia o sensibilità al glutine: le differenze
La celiachia e la sensibilità al glutine non celiaca (in inglese “gluten sensitivity”) hanno entrambe a che fare con il glutine, cioè un composto proteico contenuto in alcuni cereali (grano, orzo, farro, kamut, segale, spelta, tricale e tutte le farine derivate), ma non sono la stessa cosa.  Facciamo un po’ di chiarezza.  La malattia celiaca o celiachia è un’infiammazione cronica dell’intestino tenue che si verifica in soggetti geneticamente predisposti e che è causata dall’ingestione di glutine. Secondo i dati dell’Associazione Italiana Celiachia riguarda circa l’1% della popolazione in Europa e viene diagnosticata, come l’allergia al grano, attraverso un percorso universalmente accettato che viene attivato dal medico di famiglia.   La sensibilità al glutine non celiaca è, invece, una condizione riconosciuta solo recentemente, che la ricerca scientifica sta approfondendo con il fine di chiarirne i lati ancora sconosciuti. Attualmente, la “gluten sensitivity” viene infatti diagnosticata alle persone con disturbi intestinali ed extraintestinali legati all’assunzione di alimenti contenenti glutine per esclusione, ossia dopo aver escluso la celiachia e l’allergia al grano.  Rispetto alla celiachia, è molto più diffusa: secondo uno studio pubblicato sul “British American Journal”, può riguardare anche più del 20% della popolazione apparentemente sana. Spesso i sintomi e il quadro clinico delle due condizioni sono simili (dolori addominali, gonfiore, diarrea, alvo alterno, emicrania, per citarne alcuni), ma l’approccio terapeutico è differente.   Trattare la celiachia L’unica terapia disponibile, a oggi, per le persone affette da celiachia è la dieta priva di glutine (o, in inglese, gluten free), cioè una dieta che escluda tutti gli alimenti contenenti glutine.  Solo seguendo questo regime alimentare, le persone con celiachia possono prevenire i sintomi e le complicanze correlate alla loro condizione, e vivere quindi felici senza glutine.   Trattare la sensibilità al glutine non celiaca L’approccio terapeutico, in questo caso, è una dieta a contenuto di glutine controllato, equilibrata e variata sapientemente, che la persona può elaborare con la consulenza di un medico o di un nutrizionista esperti di queste tematiche.  In attesa di nuove notizie della ricerca scientifica, un buon consiglio da seguire è quello di evitare la monotonia a tavola e cambiare le scelte alimentari ogni giorno, sia per promuovere la salute, sia per prevenire reazioni avverse al cibo.  
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La dieta in primavera
Finita la stagione invernale, con la primavera ritroviamo temperature più miti, giornate più lunghe, i nostri ritmi giornalieri si modificano e le nostre abitudini alimentari devono allinearsi alla nuova realtà. Dopo la dieta più ricca ed energetica dell’inverno, la dieta in primavera deve depurare, rivitalizzare e nutrire bene il nostro corpo, perché questa è la stagione più variabile dell’anno, con grandi sbalzi termici che mettono a dura prova le nostre difese immunitarie.  In pratica, dobbiamo preparare pietanze più leggere, utilizzare cotture più veloci, moderare i condimenti aggiunti, prediligere i cibi cotti a quelli crudi. Colazione Prevedete sempre cibi caldi e a temperatura ambiente, evitate i cibi freddi. La combinazione migliore è costituita da una bevanda calda, tè, tisana o latte, una spremuta di frutta o della frutta di stagione cruda o cotta, del pane leggermente tostato o fette biscottate con marmellata o un po’ di ricotta, a scelta uno yogurt con frutta fresca e secca, un dolcetto solo se gradito. Pranzo Prediligete un piatto di pasta o di cereali condito con verdure e un piccolo secondo, meglio se a base di verdure, più un contorno: per esempio, pasta al pomodoro o riso con piselli, tortino di zucchine, bietole saltate in padella, un’idea di pane ai cereali. Cena Via libera a zuppe di verdure con cereali e legumi, cui aggiungere un secondo piatto, prediligendo il pesce più volte a settimana e poi, a rotazione, carne bianca e rossa magra, uova e formaggi freschi o ricotta, possibilmente senza aggiunta di panna!   Merenda Se ne sentite il bisogno, scegliete una tisana di malva o di melissa da accompagnare con un frutto di stagione o con uno yogurt e della frutta fresca; se la giornata ha previsto anche del movimento, possiamo aggiungere un po’ di pane o delle fette biscottate con crema di legumi, con un po’ di verdure oppure semplicemente con olio di oliva e un pizzico di erbette fresche o secche (rosmarino, origano, prezzemolo e così via).   In primavera, come in tutte le stagioni, è importantissimo idratarsi bene, questa è la parola d’ordine per depurare e regolarizzare la funzionalità intestinale: acqua o tisane devono essere sempre a vostra disposizione.
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