Per quanto possa sembrare un ingrediente del tutto esotico e venga considerato ancora spesso come tale, il riso Venere è una varietà di riso nero nata in Italia nel 1997, per la precisione nella città di Vercelli. Dobbiamo a un ricercatore cinese il merito di averlo prodotto incrociando una varietà locale padana con una di riso nero cinese, già conosciuto e consumato da secoli. In Cina, questi preziosi chicchi di colore nero erano considerati “proibiti” proprio per via della loro singolare caratteristica cromatica ed erano molto rari e costosi, motivo per cui venivano riservati al solo piacere dell’Imperatore e della sua corte.
Il caratteristico colore nero di questo riso è dato dalla presenza di antociani, pigmenti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi, che possiedono un forte potere antiossidante. Ricco di vitamine, fibre e amidi ma povero di acidi grassi e proteine, il riso Venere ha una forma piuttosto arrotondata che lo rende molto versatile in cucina. Il suo nome evoca quello di una dea, non certo a caso: Venere era la dea dell’amore e della seduzione: e certamente questo riso profumato di pane appena sfornato, elegante, è ricco di dettagli seducenti e per questo considerato in passato un potente afrodisiaco.
La nostra ricetta lo propone in abbinamento con spinaci e anacardi: le vitamine e le fibre contenute naturalmente nel riso si uniscono a quelle degli spinaci e si combinano con i grassi contenuti negli anacardi. Si tratta di grassi buoni, utili all’organismo perché aiutano il colesterolo HDL, che contrasta quello LDL responsabile delle più comuni patologie cardiovascolari e sono presenti in tutti i tipi di frutta secca. Per questo motivo non è corretto liquidare questi alimenti solo come troppo calorici: la loro utilità è assodata e inoltre conferiscono a pietanze, insalate e anche primi piatti un sapore tostato e una consistenza piacevole e croccante.